Guardando Samolaco da un'altalena: Paiedo.

Zaino piccolo, giretto piccolo. Ma questa è solo una mia supposizione. L'importante è che si incontri un po' di fango, altrimenti perché vestirsi da montagna? Oggi la mamma tra l'altro si sbizzarrisce: maglietta a maniche corte, maglietta a maniche lunghe, leggins, pantaloncini, felpa normale, maglia di pelo (che la mamma si ostina a chiamare pile, comunque l'importante è capirsi)...mancano pinne e occhiali e abbiamo tutto. Deduco che sia stata indietro con i viveri, spero di sbagliarmi.
Direzione Samolaco, parcheggiamo a Era e da lì iniziamo come sempre a vagare all'inutile ricerca dell'imbocco del sentiero. Nulla, prendiamo la strada e prima o poi troveremo qualche indicazione. Incrociamo dei gruppetti  di case, un paio di pecorelle  e superato qualche rovo e svariate ortiche, finalmente troviamo la strada giusta.
Il sentiero è pulitissimo, neppure una foglia, molto molto strano! La mamma sembra esserne felice, a lei non piacciono le foglie secche. A me invece tutto quello strano ordine non mi fa stare per nulla tranquilla, sbucano da destra e sinistra i più incredibili insetti: vermi lunghissimi, ragni giganti, strane cavallette. Urlo per farli spaventare perché a me mettono i brividi e la mamma mi riprende perché non vuole si strilli nel bosco. A questo punto devo scegliere fra la paura di quegli animaletti e la mamma arrabbiata. Vada per gli animaletti.
Ad un tratto sbucano alcuni ragazzi armati di rastrello e un aggeggio mai visto. Bastano pochi istanti perché io me ne innamori: il bofa bofa, che rende così lindo quel sentiero. Ne vorrei uno per il mio compleanno, chiederò direttamente al sig. Amazon perché la mamma so già, mi risponderebbe di no.
Nel frattempo si sale quasi sempre dolcemente, ogni tanto si incrocia la carrozzabile, altre volte ci si addentra per il boschetto, senza mai più incrociare nessuno.
Destinazione Paiedo, sono un po' stanchina ma la mamma mi rincuora dicendomi che all'arrivo mi aspetta una sorpresa. Le sue parole confortanti,  e soprattutto un'ottima barretta al cioccolato, mi danno la giusta carica per proseguire. Maciniamo una cappelletta dietro l'altra finché il sentiero non lascia posto a un'ampia scalinata. Campanile, casette, fango zero...ma spunta il più bel parco giochi che abbia mai visto. Salgo sull'altalena, prendo fiato, mi dò la spinta e da lì non vorrei mai più scendere.
Nel frattempo la mamma osserva una cartina, dal suo sguardo intuisco che sta pensando a una via alternativa per il ritorno, ma si farebbe troppo tardi. Questa volta mi è andata di lusso, torneremo da dove siamo venute e potrò sbizzarrirmi correndo lungo i tratti più scoscesi: scopro che i miei scarponcini frenano benissimo. In un lampo siamo alla macchina, la mamma è silenziosa. Starà di sicuro ripensando a quell'anello che avremmo potuto fare. Ho la forte sensazione che presto torneremo. Ma sarà comunque un nuovo giro di altalena.
Percorso: Era 213 m- Paiedo 886 m.
Note: proseguire per Piazza Caprara e scendere a Nogaredo, per variare il percorso.

Ultimo scatto prima dell'arrivo

Margherite sparse ed eventuali

Tra una cappelletta e un panino



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