Alpe Pescedo e Bocchetta Chiaro: sciando sopra le foglie di un faggeto.

Oggi è la festa delle zucche e quindi niente asilo. La mamma propone al papà una passeggiata e poi un pranzo in un ristorantino sopra il lago di Como famoso per i suoi sciatt. Io dico che me ne starei volentieri a casa e che tanto gli sciatt più buoni del mondo sono quelli che cucina il mio papà. Ma ormai è troppo tardi  e senza neppure rendermene conto sono già vestita da montagna con tanto di zainetto. Prendiamo la macchina direzione San Bartolomeo, un paesino sopra Gera Lario. Quando la mamma accosta per comprare panini e frutta, il mio papà ed io capiamo al volo che anche oggi ci tocca solo scarpinare. E infatti dopo numerosi tornanti e tornantini, superiamo come se niente fosse questo famoso ristorantino e arriviamo a San Bartolomeo dove inizia la nostra avventura.
Prendiamo il sentiero in direzione Bocchetta Chiaro e sbuchiamo in un bel prato, dove vorrei già fermarmi per giocare un po'. Due salti e qualche sassolino e poi si riprende a camminare. Incrociamo una larga strada sterrata che la mamma preferisce ignorare e ci tuffiamo in un coloratissimo bosco di  faggi. Sotto i nostri piedi un  tappeto gigante di foglie rosse, morbido come i materassi dove all'asilo facciamo salti e capriole.
Ad un tratto la mamma si ferma, prima si guarda intorno e poi impugna  il cellulare. Un gran classico: ci siamo persi. Scopriremo poi che non è da tutti riuscire a perdersi su un percorso così semplice e ben segnato, ma intanto noi siamo fuori strada e la mamma pensa a una soluzione per non dover tornare indietro. "Saliamo verso destra e ci ricongiungeremo al sentiero".  In realtà la sponda è piuttosto ripida e risalirla non è affatto semplice. Arrivata in cima la mamma ritira quanto detto poco prima e si arrende all'idea di dover tornare da dove siamo arrivati. Scendere però è fantastico, fingo di avere degli sci ai piedi e mi lascio andare lungo quel morbido tappeto di foglie e terriccio. Ad essere sincera all'inizio ho un po' paura perché non è proprio come scivolare sulla neve, ma alla fine io mi diverto moltissimo...qualcun altro decisamente meno.
Torniamo dunque alla strada sterrata che in realtà avremmo dovuto seguire. Lì raccolgo due bastoni grandi per il mio papà e due più piccolini per me e in un battibaleno arriviamo all'Alpe Pescedo.
La mamma si sente un tantino in colpa per averci fatto allungare la strada e dice che se preferiamo possiamo fermarci qui. Poi però ci indica la bocchetta e ci spiega che da lassù si può vedere persino casa nostra.
A questo punto non ci resta che risalire dal piccolo sentiero ai piedi del Berlinghera e dirigerci verso la bocchetta. Sotto un albero enorme e senza foglie incontriamo delle vecchiette che pranzano e bevono vino. Vorrei tanto fermarmi con loro, lo stomaco brontola, ma mi faccio forza perché il papà (ben più affidabile della mamma) mi assicura che manca poco.
Arrivati in cima trovo un cerchio fatto da tante pietre e un grande ometto in mezzo. Mi siedo al suo fianco, prendo il  binocolo e guardo un po' Chiavenna e le sue montagne intorno e un po' il lago di Como con i suoi due rametti.
Mangiamo, il tempo di giocare a "io Vedo" e poi si torna a casa, perché lassù il vento inizia a soffiare troppo forte . Nel scendere trovo un sasso abbastanza grande da essere scalato. La prossima volta però vado direttamente ad arrampicare con  mio nonno perché lui ha una cordina magica e posso salire su rocce ben più grandi.
Da Pescedo a San  Bartolomeo percorriamo, anche se per poco, una strada differente da quella dell'andata, senza in realtà farlo apposta. Per un pezzo ci accompagna un  cagnolino bianco molto peloso che però dopo un po' ritrova i suoi padroni veri e corre via. Peccato, mi sarebbe  piaciuto portarlo a casa con noi. Mi consolo trovando nell'ultimo tratto di bosco una bellissima piuma. Mamma e papà si chiedono di che animale sia. "Di sassofero" rispondo io, infilando la piuma nello zaino. In verità so bene che il sassofero non esiste, ma se esistesse sarebbe un uccellino con il panciotto e con delle piume proprio come quella che ho trovato. 
La discesa è meno lunga dell'andata, forse perché questa volta rimaniamo sul sentiero giusto.
Prima di risalire in macchina  vedo due signori che volano in cielo appesi a un aquilone. 
Ripassiamo davanti al ristorantino famoso, di nuovo senza fermarci. Il papà vorrebbe borbottare ma forse è troppo stanco e in fondo già piuttosto felice di questa giornata.
La prossima volta però propongo alla mamma di portare con noi una bussola per non perderci più oppure, per lo meno, degli sci da foglia
Itinerario: San Bartolomeo (1204 m) - Alpe Pescedo (1559 m) - Bocchetta Chiaro (1666 m) - stessa strada per il ritorno. 
Note: volendo si può allungare la gita fino a monte Berlinghera ( 1930 m)
Bocchetta e bacchette

Sbirciando verso casa dalla Bocchetta Chiaro
Tappeto di foglie nel bosco di faggi

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