Giganti a Cermine. E io ne ho le prove


Oggi ho due ottimi motivi per essere felice: il primo  è che con noi viene  la nonna. Insieme a lei inventeremo nuovi giochi e camminare sarà meno faticoso. Il secondo è che la mamma conosce molto bene la strada, impossibile perdersi e non dovremo macinare km inutili come siamo solite fare.
Partenza con tutta calma in tarda mattinata, piccola sosta al bar di Gordona per comprare il pass e salire in macchina fino a Donadivo. Imbocchiamo la famosa mulattiera del Benefattore, proprio la stessa che avevo fatto insieme al nonno per andare al Pont Secret. Salire quei gradini in mezzo al bosco mi piace molto, si prende quota dolcemente, ogni tanto incontriamo qualche casetta e persino una bella fontana. Ad un tratto la strada delle macchine taglia il sentiero, ma non è poi così male perché si apre un bel panorama. Arrivati all'Orlo ci fermiamo a fare uno spuntino, riprendiamo fiato e si parte per l'Alpe Cermine. Io do sempre la mano alla nonna e per far passare il tempo inventiamo jingle e programmi radiofonici. Improvvisiamo canzoncine, finte pubblicità di cibo per cani, interviste a personaggi dei miei cartoni preferiti. Un ultimo tratto e arriviamo davanti a una grande cappelletta, ci siamo: non è una sosta ma la meta. Teniamo la destra e passiamo in mezzo a un bel boschetto. Dal nulla  appaiono due enormi altalene appese a alberi secolari, una carrucola lunghissima e un giga "dindolon". Non posso credere ai miei occhi, è il parco giochi più bizzarro che  abbia mai visto. Salire su quelle altalene non è così semplice, mi devo un po' arrampicare ma ne vale la pena. Mi chiedo come mai siano tanto grandi, ma la fame prende il sopravvento e mangiare diventa il mio obiettivo numero uno! Cermine sembra disabitata, le case sono ancora tutte chiuse, da lontano però vedo qualcosa che si muove: il mio animale preferito, ossia un cavallo bianco che gironzola per un grande recinto insieme a un asinello color marrone. Mollo tutto e corro subito per vederli da vicino. Sono entrambi bellissimi e vorrei entrare nel recinto, ma la mamma mi spiega che non si può e io sono super arrabbiata perché mi dice sempre di "no". Breve capriccio perchè poi qualcos'altro cattura la mia attenzione: due  nuove altalene, ancor più grandi delle prime, e un "dindolon" lunghissimo. Le funi delle altalene sono talmente lunghe che prendere velocità è impossibile, il che mi rincuora perché quando ci salgo ho la sensazione che potrei essere catapultata giù per la valle da un momento all'altro.  "La vista da qui è mozzafiato" commenta la nonna, che nonostante la resistenza iniziale ora sembra contenta di averci accompagnate. Osserviamo le montagne tutt'intorno: il Pizzaccio, un pezzo di  Vallespluga, la Val Bregaglia, il pizzo di Prata, la Val Pilotera, in pratica quasi tutto il mondo! Noce corre avanti e indietro,  io ho un sacco di cose da fare e vorrei potermi fermare per tutto il pomeriggio: raccolgo l'erba per il cavallo, mi arrampico sulla fontana, pulisco i giochi con un legnetto, cerco di spaventare le mosche che disturbano gli animali. La mamma però decide che si è fatto tardi e che dobbiamo tornare a casa. Saluto asino e cavallo e mi lancio in mezzo alle baite dove ritrovo il sentiero dell'andata.
Nel frattempo ripenso a quegli strani parchi giochi che d'estate raccolgono i bambini di Cermine. Improvvisamente mi è tutto più chiaro: i nonni del paese li hanno  costruiti non solo per  i loro nipotini, ma anche e soprattutto per  i Giganti con cui condividono quei boschi, che di giorno si rifugiano tra rocce e alberi e che la notte, sotto  la luce delle stelle, escono timidamente dai loro nascondigli per ritornare un po' bambini.
Itinerario: Donadivo (m 740), Alpe Orlo m 1165), Cermine (m 1346).
L'Alpe dei Giganti


In corsa verso cavallo e asinello: Alpe Cermine

Altalena con vista con la mamma


Sosta all'Alpe Orlo

Jingle e mulattiera del Benefattore con la nonna

Un lungo dindolon


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