Santa Teresa e Piazza Caprara: giungla desertica nei dintorni di Samolaco

Oggi giro perlustrativo con Noce, destinazione Piazza Caprara, una meta che la mamma ha in testa sin dalla prima volta che siamo state insieme a Paiedo. Per variare vorremmo salire da Nogaredo, ma dopo il tentativo fallimentare della scorsa settimana nell'invana ricerca dell'attacco del sentiero, optiamo per partenza da San Pietro che sulla carta sembra molto più semplice. Parcheggiamo la macchina  vicino alla fermata dell'autubus all'inizio del paese e ci dirigiamo verso la Chiesa. Lì puntiamo sempre verso l'alto e in pochi minuti raggiungiamo la zona dei crotti.  Per evitare di perderci sin dall'inizio seeguiamo la carrozzabile per Monastero, ma dopo il primo tornantino  troviamo il sentiero che è molto meglio, perché il bosco ci ripara dal sole. Mentre camminiamo chiedo alla mamma di quantificare il giro che ci aspetta, giusto per dosare le forze e soprattutto le scorte di cibo. "Passeggiata lunga o corta?" . "Media" mi risponde la mamma. Ovviamente non mi convince per nulla, ma ormai ci siamo e non ci resta che procedere. Dopo una decina di minuti arriviamo in un paesino fatto di case abbandonate con bellissimi disegni sui muri. Pare che se vecchi si chiamino affreschi. Superati i primi ruderi incontriamo delle bellissime casette, saluto due bimbi, abbaio a dei cagnolini che ci corrono incontro e giocano un pochino con Noce e giungiamo alla fine delle case, dove una palina indica "Alpe Manco". Il sentiero che imbocchiamo è largo e un un po' come se fosse scavato dentro al bosco, simile a una pista per le biglie. La mamma mi spiega che da questo sentiero passano anche i quad, quei bizzarri quadricicli giganti che fanno un gran rumore e pure puzza. Per fortuna non ne incontriamo sul sentiero, ad ogni modo non mi diverto molto e la strada è  piuttosto ripida. Al bivio che porta al Motto del Damini ci fermiamo per una piccola pausa,  mangio un panino ma al suono delle capre decido di ripartire di nuovo e a razzo, urlando : "Noce, metti il turbo che ci incornano!". In realtà non le ho neppure viste, ma nonostante la mia passione per le avventure di Heidi e Peter, le caprette mi fanno un bel po' paura. Camminiamo e saliamo, un tratto è persino cementato perché molto ripido, passiamo sotto a una piccola franetta di sassi, una mini ganda, proprio come quelle che piacciono a me! Piano piano il blu del cielo, che nel frattempo si è un po' ingrigito, si avvicina: siamo arrivati a Santa Teresa, da qui si vede persino il laghetto di Novate! Giochiamo un po' vicino alla fontana e poi scendiamo verso un ponticello in legno. La mamma non è sicurissima che sia la direzione esatta, io vedo un signore uscire da una casa e le consiglio di andare da lui per chiedere informazioni. Neppure il tempo di avvicinarsi e quel signore si rinchiude nella sua baitella, sicuramente sa che la mamma è una gran chiacchierona e  si sarà spaventato. Perciò, cariche di speranza, ritorniamo sul sentiero che attraversa la valletta e si inizia la discesa. Qui mi piace di più, anche se in alcune parti devo stare attenta a dove metto i piedini perché il sentiero è più stretto. Poco prima di giungere al fiume incontriamo una sorta di capanna fatta di bastoncini e legname. La mamma mi spiega che era un'antica carbonaia, scattiamo un paio di foto e attraversiamo il ponte. Qualche metro in leggera salita ed ecco finalmente che spunta  una deserta Piazza Caprarara. Ogni tanto deve venirci qualche bimbo, vedo l'impalcatura di un'altalena e una specie di carrucola, ma oggi non c'è nessuno con cui giocare. Non ci resta che cercare il sentiero per scendere a Nogaredo. Guarda di qua, cerca di la, di bianchi e rossi non ne vediamo. Ecco ora riconosco la mia mamma, che inizia a fischiettare e che non sa da che parte andare, ma sembra abbia in mente un piano B: proseguire dalla carrozzabile fino a Paiedo e poi scendere da li. Guardo con lei su un grande cartellone dove è riportata la cartina e mi pare che l'idea della mamma sia pessima, si allungherebbe di parecchio il cammino. Un ottimo motivo per rimettersi a cercare quella famosa direttissima verso Nogaredo. Alla fine scorgo una traccia. Ci portiamo di nuovo verso la valle Bolgadregna e scendiamo seguendo i segni, anche se deboli. In alcuni punti dobbiamo scavalcare alberi caduti e navigare tra le foglie, attraversare scivoli di tronco, ma la mamma ha un'espressione molto concentrata e forse questa volta non ci perderemo. Sopra le nostre  teste vola un elicottero, magari è il papà che ci sta cercando. La mamma, però,  mi rassicura "nessun pericolo" mi dice, anche se a me sembra di stare comunque in una giungla! Noce corre veloce e in poco tempo in effetti ci ritroviamo fra le casette di Nogaredo. Seguiamo dei piccoli segni gialli, poi l'ippovia e infine, dopo un ultimo pezzo di asfalto, siamo di nuovo a San Pietro. 
"Brava mamma, dammi il cinque!" le dico prima di salire in macchina, "che oggi ci siamo perse meno". Lei scoppia a ridere, ogni tanto gli adulti sono proprio strani!
Itinerario: San Pietro (m 217) , Monastero (m 4141) , Santa Teresa (m 965) , Piazza Caprara (m 828), Nogaredo (m 234) , San Pietro.
Note: per una gita più lunga si può lasciare la macchina a Era, salire a Paiedo, proseguire fino a Piazza Caprara sulla carrozzabile e poi concludere l'anello passando sempre da Santa Teresa e ricongiungendosi da San Pietro a Era tramite il bel sentiero della via Francisca.
Vecchi disegni a Monastero

La Carbonaia

In cerca di un sentiero a Piazza Caprara

Una bellissima e desertica giungla!

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