Larice millenario, falò, ghiacciaio e soprattutto nuovi amici all'Alpe Ventina!

Nuova avventura in un rifugio con la mamma. Sono felice di aver ritrovato il mio zainetto, perché ha un fischietto incorporato che potrebbe sempre tornarci utile. Così come quel bel cerchietto con il fiocco rosso, che infilo di nascosto tra i vestiti di ricambio perché la mamma non vuole ci si porti troppe cose  e di sicuro lo riterrebbe superfluo. Questa volta dobbiamo attrezzarci anche per il freddo, dormiremo sempre circa a 2000 metri, ma visiteremo un vero ghiacciaio. Si parte, destinazione Alpe Ventina.
Lasciamo l'auto a Chiareggio, proprio all'inizio del paese e ci incamminiamo verso il centro, scendendo poi sul fiume Mallero. Attraversiamo un ponte e imbocchiamo un sentiero piuttosto largo e sterrato, quelli che a me non piacciono molto perché in genere noiosi. Invece questa volta mi sbagliavo e mi sbagliavo di grosso: siamo finiti sulla via dei lamponi, il frutto più buono che esista, insieme a more e mirtilli. La mamma vorrebbe non mi fermassi ogni passo, ma quei lamponi sono troppo buoni e non riesco proprio a resistere. Nel frattempo dolcemente si sale, ma io sono così concentrata nella mia ricerca e raccolta che non mi rendo neppure conto che davanti a me, dopo un paio di tornantini leggermente più ripidi, spunta già da lontano il rifugio Gerli-Porro. Questo significa che manca davvero poco alla meta e infatti dopo circa 50 minuti di cammino siamo a destinazione: rifugio Ventina.
Sostiamo ai bordi di un fiumiciattolo pieno di girini, che tutti i bimbi cercano di catturare anche se non è affatto facile. Poi ci spostiamo più avanti, verso il ghiacciaio, ma c'è troppa confusione e decidiamo di alzarci di quota ancora un pochino. Prendiamo il sentiero che porta al Lago Pirola. In alcuni punti ci sono tanti massi e bisogna saltellare fra uno e l'altro. Con le mie gambine non troppo lunghe non è certo impresa facile, ma piano piano attraversiamo tutta la ganda e giungiamo in un luogo magico dove si trova l'albero più vecchio d' Italia e uno fra i più antichi al mondo: il larice millenario. Io mi diverto nel leggere i numerini riportati sulle targhette gialle e la mamma trasforma quei numerini in cifre. Queste piante sono davvero mooooolto vecchie e se potessero parlare chissà quante cose ci potrebbero raccontare. Sulla strada del ritorno incontriamo parecchie persone con caschetto e imbragatura, quando sarò più grande anch'io andrò a scalare, insieme al nonno Gabri.
La sera al rifugio è bellissima, dopo un ottimo piatto di pizzoccheri un signore accende il falò di ferragosto. Adelaide - una bimba molto simpatica conosciuta a cena- ed io cerchiamo dei bastoncini perché non vogliamo si spenga. Tenere in vita il fuoco per tutta la notte non è impresa facile, ma noi ce la mettiamo tutta. Alla fine  la stanchezza prende il sopravvento, ma ci siamo divertite tanto! Nel frattempo in cielo sono comparse le stelle più grandi che io abbia mai visto. La mamma cerca sempre di farmi vedere le costellazioni " Guarda il Carro ...quella è  Cassiopea... di là la Cintura di Orione". Difficile seguirla, io vedo altre cose, ma per non darle dispiacere faccio di sì con la testa e lei è tutta felice. Ora assonnate, stanchine e contente della splendida giornata, ci si può infilare nei nostri bellissimi letti a castello.
Il giorno seguente, sempre con Adelaide e la sua mamma, visitiamo il sentiero glaciologico. Dei cartellini indicano come negli anni si è ritirato il ghiacciaio Ventina, che mano a mano sta diventando sempre più piccolo. Ecco perché non bisogna sprecare l'acqua quando si lavano i dentini. Per spezzare la fatica ci fermiamo di tanto in tanto e costruiamo dei piccoli ometti in sasso, che quest'anno è diventata  la mia grande passione. Il sentiero non è faticoso, ma oggi sono pigra e faccio qualche capriccio. Mi riprendo solo dopo essere tornata al rifugio, quando Adelaide ed io, in un tavolino appartato, dividiamo un buon panino con la salsiccia.
Anche il ritorno è più divertente in compagnia di Adelaide e la sua mamma, che scopro essere  bravissima nel raccontare le favole. E così,  tra un Cappuccetto Rosso e qualche lampone, arriviamo in breve tempo al parcheggio.
La montagna mi sorprende sempre con i suoi frutti, ghiacciai, animali nascosti, piante millenarie, ma questa volta si è davvero superata: mi ha regalato una nuova amica.
Zompettando fra i sassi verso il Lago Pirola

Alla ricerca di girini all'Alpe Ventina

Pallina e il Larice Millenario

Super colazione al Rifugio Ventina
Adelaide e Pallina lungo il sentiero glaciologico, nuovi ometti in arrivo
Pallina e la sua mamma ai piedi del Ventina







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