Magia al Bosio-Galli: la mia prima notte in un rifugio.

La mia mamma parla molto e, come tutti coloro che parlano troppo, ogni tanto dice cose a sproposito. Ad esempio fa promesse che poi non è in grado di mantenere, ma io nonostante tutto continuo a crederle. E oggi mi è andata bene perché quell'avventura da tanto attesa sta per iniziare per davvero. La mia prima notte in un rifugio, in un rifugio vero di alta montagna, quelli con le stanzette in legno e i letti a castello e io non vedo l'ora di partire. La scelta delle cose da mettere nello zaino è delicata. Mi concentro e penso alle cose che assolutamente non posso dimenticare: qualche pennarello, un blocchetto di fogli bianchi, la macchina fotografica, la borraccia e i miei braccialettini anti-zanzare. Direi che a tutto il resto ci può pensare la mia mamma che ha uno zaino fucsia decisamente più capiente del mio. 
Siamo pronte, saliamo in macchina. direzione Valtellina. Se la mamma riesce a non perdersi, a trovare il fruttivendolo dove vendono il pass per poter salire fino all'alpe Piasci e a non incastrarsi durante il percorso, direi che siamo già a metà dell'opera. 
L'alpe Piasci è un verde alpeggio della Valmalenco, costellato di casettine e una vista splendida su montagne per me nuove. Saliamo in direzione del rifugio Cometti, che però è chiuso, e prendiamo una stradina  che scende sulla destra, attraversiamo il prato in diagonale, usciamo dalle case e ci infiliamo nel bosco.  Mi piace  questo sentierino che va su e giù, mi diverto un sacco a saltare sulle pietre e a camminare fra i ruscelletti. Saliamo un pochino a zig zag e poi di nuovo in piano. Mi fermo a fotografare qualche sasso luccicoso, svariati funghi decisamente matti e poi si prosegue. Quando lo stomaco inizia a brontolare scopro con gran delusione che la mamma ha portato pochissime cose da mangiare, la solita pigrona! Meno male che mi sono ricordata di infilare nello zainetto qualche biscotto. Pausa rifornimento energie su un sasso piatto e grande come un'astronave. Mentre mangio passano svariati  signori in bicicletta. Li conto, sono 9,  alcuni veloci come dei razzi e altri piu lenti di tartarughe stanche. Io mi sono un po' riposata e ora non mi ferma piu nessuno. Qualche salitina e ci ritroviamo nuovamente in un ampia distesa. Vedo da lontano un  fontanone in sasso, finalmente acqua fresca. Siamo all'Alpe Palù di Torre. Corro stando attenta ai fili che recintano gli animali, bevo  e si riparte. Attraversiamo un fiumiciattolo, vorrei fermarmi sotto quel bel tavolino-tenda, ma la mamma mi fa notare che da lontano stanno arrivando delle gran nuvolacce e che forse è meglio affrettare il passo. A me non sembrano così tanto minacciose, mi suona un po'  di scusa per farmi camminare più veloce, ma l'accontento e inserisco il turbo. All'improvviso scorgo da lontano una bella casetta con le imposte rosse: dev'essere il nostro riugio! Inizio a saltare e improvviso una canzone  per festeggiare l'arrivo. 
Tutto è ancor più bello di quanto io e la mamma avessimo immaginato ogni volta che si parlava di quando avremmo fatto questa passeggiata. In mezzo alla Val Torreggio scorre un torrente cosi limpido che mi ci vorrei tuffare immediatamente, ma l'acqua è gelata quindi fingo di obbedire alla mamma e mi lancio nella scalata di quegli enormi sassi che ci circondano.
"Mamma, voglio vivere qui per sempre. Non manca nulla e anche il papà ci potrebbe raggiungere perché il sentiero non è per niente faticoso". La mamma scoppia a ridere, non coglie mai quando le parlo seriamente e mi fa arrabbiare. 
Giochiamo, zompettiamo sui sassi piatti da una parte all'altra, ci incamminiamo verso il fondo della valle, inizia a piovere. Tempismo perfetto, giusto in tempo per una cioccolata calda al rifugio e una partita a carte. La nostra stanzettà è ancor più bella di come me la immaginassi, io occupo il secondo piano del letto a castello, la mamma sotto. Non appena riappare il sole usciamo di nuovo, finché non è pronta la cena. Finito di mangiare facciamo un giretto nei dintorni verso l'Alpe Airale dove domani si terrà la festa degli Alpini. Iniziano a spuntare le prime luci in cielo, ma io sono troppo stanca e mi infilo nel mio caldo saccoapelo, lasciando agli altri le stelle. 
La mamma il giorno dopo mi dirà che la volta celeste era uno spettacolo e io ascolto i suoi racconti, mentre bevo il latte e cacao più buono che abbia mai assaggiato. Vado a salutare le galline conosciute il giorno prima  con Sofia, una bimba molto simpatica figlia del gestore del rifugio, e poi si riparte. 
Il sole è sorto da poco e colora le montagne di arancione. Destinazione Lago di Zana,  una grande pozza piena di polpa, o melma come la chiama la  mamma. Ad ogni modo mi piace  e soprattutto mi divertono tutte quelle marmotte che corrono qui e là come se non avessero per nulla paura di noi. Mi fermo a raccogliere delle bacche piccole e viola che infilo lungo dei legnetti e che lascerò alle amiche marmotte in modo che le possano indossare come collane. 
Rientrando verso il rifugio andiamo a vedere più da vicino anche l'altro versante della valle, che appare decisamente meno verde e più roccioso. Qualche scatto e si ritorna al rifugio per andare a giocare al torrente con la mia nuova amica Sofia. Incontriamo ben 7 cavalli che si rinfrescano in acqua. I cavalli mi piacciono moltissimo, tranne quando fanno pipì perché lasciano giganti  pozzanghere gialle in cui sconsiglio di entrare con i piedini. 
Passeggiata mattutina, giochi , scalate e addirittura un paio di partite a calcetto: per affrontare il rientro ordino salsiccia e polenta. Intanto la valle si è riempita di famiglie, bimbi che giocano, signori distesi al sole e altri che camminano.  Io e la mamma la preferivamo questa mattina quando c'era pochissima gente e si riusciva ad ascoltare il rumore del silenzio. Salutiamo la famiglia del rifugio, le galline, i cavalli, il Torrente, i sassi che ho scalato, e con lo zaino in spalla e i bei ricordi dei momenti appena vissuti, imbocco il sentiero fatto all'andata. La mamma sa che sarei voluta rimanere ancora un pochino, mi guarda e m promette che ci torneremo presto. E anche questa volta non sono sicura che manterrà la sua parola. Non importa, ora voglio crederle,  sorrido, le prendo la mano e con passo deciso si torna a casa.

Itinerario: Pra' Piasci (1675 msl), Alpe Palù di Torre (1945 msl), Rifugio Bosio (2050 msl), Lago Zana (2310 msl).

Pallina e Monte Disgrazia
Il Rifugio Bosio-Galli
Sassi piatti e le prime arrampicate
Il kit di sopravvivenza: macchina fotografica e bracciali anti-zanzare
La quiete del mattino
Il Lago di Zana, altriemnti conosciuto come " Pozza con Polpa"
Polenta e salsicce per affrontare il rientro

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