Viaggio sopra e dentro le nuvole: Alpe Cima e Rifugio Forcola

A scuola dicono stia per iniziare l'autunno, il mese delle foglie che cadono e dei primi freddi. Oggi però sembra ancora estate, fa caldo e il cielo è tutto blu. Questo significa che il mio destino è già scritto: mi toccherà avventurarmi per boschi.
Arriviamo in macchina fino a Voga, dove l'anno scorso in questo periodo la mamma e io venivamo  spesso. Oggi però facciamo un sentiero nuovo, ma la paura di perdersi è ormai scesa in secondo  piano: il mio  nuovo terrore è incontrare vipere e serpenti, come ci è capitato la scorsa settimana al Lej dal Tschods. L'obiettivo numero uno sarà dunque camminare in fretta e con gli occhi bene aperti, nella speranza di non incontrare nessun tipo di animale strisciante.
Parcheggiata l'auto, imbocchiamo il sentiero in direzione Dardano. Io cammino guardinga, tagliamo un paio di volte la carrozzabile e in poco tempo arriviamo alle case.
La mamma, quasi senza indugi, si dirige a sinistra verso una traccia pianeggiante che piano piano scende fino ad arrivare al fiume. Attraversiamo il ponticello, la mamma cerca di mostrarmi dove dobbiamo arrivare, ma io preferisco non pensarci: il puntino bianco che mi ha indicato mi pare parecchio in alto.
Saliamo rapidamente, vorrei  fare una pausina (ho sete e anche un po' fame), ma la paura di ritrovarmi faccia a faccia con una vipera è troppo forte. Bevo di corsa dalla borraccia e riprendo a camminare con modalità "passo record". La mamma continua a parlare ( e questa non è una novità), fa domande, propone nuovi giochi, ma so che è una tattica solo per distrarmi e io non ci casco.
Dopo tanta fatica arriviamo a una piccola fontana e da lì seguiamo i cartelli verso l' Alpe Cima. Questo pezzo nel bosco è bellissimo e ogni tanto mi dimentico di avere paura. Ad un tratto di fronte a me uno spettacolo mai visto: un tappeto bianco galleggia appena sotto di noi. "Siamo più in alto delle nuvole!" grido alla mamma e inizio a saltare dalla gioia perché così in alto secondo me non eravamo mai state. Del resto se quest'alpe si chiama "Cima" sarà poi perché è in cima al mondo, non vedo altre spiegazioni.
Da lontano compaiono le prime case, una è rotonda e tutta bianca, forse si tratta di una piccola cappelletta o magari di una grande cisterna per l'acqua. Poi mi incammino verso il campanile, che è il campanile più piccolo che abbia mai visto. Sono felice anche se siamo sole, fatta eccezione per due mucche che non si accorgono neppura della nostra presenza. La mamma scatta qualche foto e io mi siedo sulla panchina con tavolino, pronta per mangiare e godermi il bellissimo panorama.
Belle riposate e con la pancia piena imbocchiamo il sentiero pianeggiante che ci porterà in un'oretta al rifugio della Forcola, In alcuni tratti non mi piace molto perché davvero stretto, ma la mamma mi dice di non aver paura e a me, come sempre, non resta che fidarmi.
Ad un tratto, per la prima volta, entro in una nuvola. E' così bello che mi viene da ridere forte forte, mi guardo intorno ed è tutto bianco. Poi di nuovo il mondo torna a colori e sono felice perché da lontano vedo delle casette. Ci lanciamo veloci lungo  una scalinata in sasso e finalmente appaiono anche altri esseri umani! Una signora molto gentile mi regala un chupa-chupa, poi decido di fermarmi un pochino alla fontana del rifugio dove incontriamo quattro "Monza-brianza", molto simpatici e gentili. Con "Monza-brianza" la mamma intende tutte le persone che si incontrano in montagna, ma che non vengono dalla montagna. In realtà non sono ben sicura che questo termine esista per davvero. Tuttavia la mia mamma fa uso così di frequente di parole strane, che ormai ci faccio poco caso.
Dopo aver scambiato qualche chiacchiera e ammirato una grande montagna di fronte a noi a forma di piramide, il Pizzaccio, scendiamo verso l'Alpe Buglio. Qui il sentiero è un'autostrada e trotterello senza timore saltellando e fischiettando. All'alpe Buglio non c'è nessuno, se non una fontana gigante che ruggisce. Prendiamo il sentierino che scende subito a destra verso Dardano e in poco tempo ci ritroviamo tra le case. Ormai la nostra gita è quasi finita, ci rinfiliamo nel sentiero-giungla che porta verso Voga, riaffiora un pochino la paura di incontrare tra le erbacce sparse qualche viperella dalla lingua lunga, ma per fortuna non avvistiamo nessun animale pericoloso.
Prima di risalire in macchina mi fermo un po' a giocare a campana nel piazzale del parcheggio.
Ripensando a tutto è stata davvero una bella avventura! Non avevo mai camminato più in alto delle nuvole, né tanto meno c'ero mai finita dentro. Guardo la mia mamma e le dico " Se dovessi scegliere un posto in montagna dove stare, sarebbe la Cima" e lei lo sa che è il mio modo per dirle che oggi mi sono proprio divertita.
Itinerario: Voga (1057m) , Dardano ( 1334 m), Alpe Cima (,1875 m),  Rifugio Forcola (1836 m), Alpe Buglio (1544), Dardano, Voga.
Sopra le nuvole all'Alpe Cima

Campanile dell'Alpe Cima
Di corsa verso il Rifugio Forcola
Fermata alla fontana della Forcola con vista Pizzaccio
Alpe Buglio e la fonte che ruggisce



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