Notte al Falc e Pizzo dei Tre Signori

Notte al Rifugio Falc e Pallina sulla Cima: Pizzo dei Tre Signori.

Questa notte si dorme in alta montagna e non vedo l'ora di partire. Ci troviamo con i nostri compagni di viaggio al parcheggio di Pescegallo e, zaini in spalla, si imbocca il sentiero per il rifugio Falc. Chiedo alla mamma perché si chiama così e inizia a raccontarmi di una vecchia fabbrica. Senz'altro starà improvvisando come al suo solito, credo che in realtà incontreremo un sacco di falchi, tutto qui.
Si sale, dapprima dolcemente e poi un pochino meno, attraversando un fitto bosco fino ad arrivare a un ruscelletto, costellato di gustosi mirtilli. Mi fermo e vorrei mangiarmeli tutti, ma la mamma non mi lascia  perché dice che siamo appena partiti e non vuole far aspettare gli altri. Mi impunto e lei pure; alla fine raggiungiamo un compromesso: ne mangio solo qualcuno e poi si riparte. Ovviamente  non riesco a mantenere la parola  e la mamma si arrabbia. In realtà è solo perché lei con quel suo apparecchio ai denti non può assaggiarne neppure uno, ma alla fine cedo e- sebbene con zero voglia- riprendo a camminare.
Dopo un tratto di salita, si apre una bellissima vista e un prato molto grande con qualche baita. Corro  fino a raggiungere il resto del gruppo, proprio dove c'è una bella pozza piena di libellule volanti. Si prosegue quasi in piano, poi un po' di sali-e-scendi fino ad arrivare al lago di Trona. Qui possiamo fermarci per riprendere fiato e fare una super merenda a base di ciliegie, albicocche e la famosa big bubble, che la mamma mi aveva promesso prima di partire.
Siamo circa a metà strada, ora arriva  il pezzo più impegnativo. Attraversata la diga abbiamo due possibilità: o scegliere il sentiero ufficiale o imboccare "la direttissima". Scegliamo la seconda opzione, che tra pietraie e qualche sasso ci fa raggiungere in un'oretta un secondo lago: il lago dell'Inferno. Qui la diga ha davvero una forma bizzarra, molto simile a una dentiera. La attraversiamo e incontriamo delle moto piccole e rumorose che salgono per il nostro stesso sentiero. Io rimango affascinata, quei motociclisti sono bravissimi e batto loro forte le mani. Alla mamma invece non piacciono molto, ma si sa che lei non va per nulla d'accordo con tutto ciò che si deve guidare.
Intanto si scorge una bandiera che sventola, la nostra meta è lì vicino.  Leone e il suo papà ci aspettano già a destinazione, sono velocissimi! Poi pian piano il gruppo si ricompone. Quando vedo in lontananza  il rifugio metto il turbo perché so che finalmente si mangia! E sarà un pranzo speciale: due sorprese! La prima è un plumcacke con tanto di candeline per festeggiare la mamma di Leone e Filippo che compie gli anni (le candeline riportano un numero sbagliato, ma si sa che la mia mamma è una gran pasticciona). La seconda è un regalo che la mamma di Leone e Filippo fa a noi 3 bimbi (nonostante sia il suo - e non il nostro- di compleanno). Lo scarto stando ben attenta a non rovinare la carta colorata che mi piace tantissimo e scopro un passaporto di alta montagna. Non ne avevo mai visto uno, è davvero bellissimo. Su questo libretto, ogni volta che farò una gita, potrò farmi fare il timbro dai rifugi e annotare tutto ciò  che vedo. Inoltre nelle prime pagine c'è una sorta di  piccola guida su piante, animali e impronte, che non vedo l'ora di leggere!
Nel frattempo arrivano nebbia e nuvoloni. La rifugista è preoccupata,  con il binocolo cerca  due escursionisti partiti al mattino e che non sono ancora rientrati, perciò decide di chiamare i soccorsi. In un baleno vola sopra la nostra testa un grande elicottero giallo e rosso, che atterra alle spalle del rifugio. Degli omoni corrono qui e là, Leone li segue e sembra proprio uno di loro; io sto vicino alla mamma perché ho un po' di paura. Fortunatamente tutto finisce per il meglio, da lontano avvistiamo i dispersi, che con l'aiuto di corde stanno scendendo. Il resto del pomeriggio lo si può dunque passare tranquillamente a giocare: chi a taboo, chi a carte, io a Uno. C'è persino una piccola biblioteca e prendiamo in prestito qualche libretto. Poi prepariamo i letti,  io starò in quello  a castello con Filippo e Leone e sono felice.
Alle 19.30 puntuali si mangia. I miei sogni si avverano:  lasagne e polenta, proprio quello che desideravo! Infine ancora torta, insomma una cena da re! Per concludere la serata un ragazzo canta accompagnandosi con la chitarra. Noi bimbi ci sediamo per terra e la musica ci ricorda che siamo un po' stanchini: tutti a nanna. A parte che la notte ho invaso lo spazio di Filippo e sono caduta dal letto a castello con tanto di sacco lenzuolo e cuscino, devo dire che ho dormito proprio bene.
Alla mattina colazione e si riparte per una nuova avventura: il Pizzo dei Tre Signori. All'inizio non sono molto convinta di volerci salire, oggi c'è il sole e me ne starei volentieri a giocare in riva al laghetto. Dopo i primi 5 minuti di pigrizia acuta e qualche capriccio, mollo il colpo e seguo il gruppo. Ben presto però capisco che questo non sarà un giretto come gli altri e dalla gioia mi parte la modalità turbo. Prima saliamo un pochino e vedere il lago dell'Inferno dall'alto è uno spettacolo! Poi proseguiamo in piano e finalmente arriviamo a una divertente salita su grandi sassi piatti! L'importante è seguire sempre i segni bianco-rossi e il gioco è fatto. Ad un tratto di fronte a me la sopresa più grande: la neve! Non ci posso credere, mi ci butto a capofitto ed è bellissima. Si continua a salire per un sentierino stretto tra pietre e pietruzze e infine il momento tanto atteso: delle corde che ci aiutano a percorre l'ultima placconata.
Finalmente in cima: la mia prima cima! La mamma mi spiega che il pizzo si chiama così perché tantissimi secoli fa segnava il confine tra lo Stato di Milano, la Repubblica di Venezia e i Grigioni. Non ho ben capito cosa sia un secolo, ma è chiaro che si tratta di un posto speciale. Mi siedo vicino alla croce, mi gusto un pezzo di cioccolato e quel gran panorama che arriva fino alle montagne di casa nostra. Ora è ufficiale: è la passeggiata più bella che io abbia mai fatto. Scattiamo qualche foto tutti insieme e poi si trotta di nuovo fino al rifugio con una sola sosta (per osservare 5 splendidi stambecchi) e un solo obiettivo (mangiare le salsicce del rifugio). Oggi si pranza all'aperto e con il sole sembra tutto ancor più bello. Ora, con lo stomaco pieno, si può riscendere e decidiamo di percorrere il sentiero dell'andata.
Mi dispiace molto salutare il Falc, la rifugista Elisa che mi ha prestato le matite colorate, Seba che ci ha insegnato a cucinare sul fuoco e soprattutto la cagnolona Bia, che nonostante i suoi 17 anni sembra sempre ti sorrida. Sono sicura che se  racconto al mio papà come si mangia bene lassù, ci tornerò presto!

Un grazie speciale a chi ha condiviso con me quest'avventura: Leone e Filippo, compagni di barbecue, Leo che mi ha regalato il passaporto, Mario che ha guidato il gruppo, Marta che mi ha donato una fantastica "borsa cammello", Anna che salva tutti i cagnolini come Lora che dalla bergamasca è arrivata sola soletta a Pescegallo, Enzo che mi è stato vicino vicino nella discesa con le corde, il Gerva che si è tuffato nel lago di Trona, Maddi che ha scattato la foto del tramonto, Ernesto che sa tutto sulle dighe, Daniel che nonostante non ami la montagna è venuto con noi. E infine la mia mamma, che questa volta è riuscita a non perdersi.

Itinerario: Pescegallo (m 1454), Lago di Trona (m 1900) , Lago dell'Inferno (m 2085), Rifugio Falc (m 2120), Pizzo dei Tre Signori (m 2554)
Tramonto al rifugio Falc (foto Maddalena)

Lago dell'Inferno salendo verso il Pizzo dei Tre Signori

Vai Pallina che manca poco alla cima!

Pallina sulla cima

Belli come il sole


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