Nuvole e ginestre per arrivare al Truzzo

La mamma mi propone di fare un giretto al famoso lago del Truzzo, di cui tanto ho sentito parlare. Ovviamente dico subito di sì, anche perché con noi vengono il nonno e Noce, quindi oggi non temo pericoli. Saliamo in macchina fino alla centrale di San Bernardo, sono 18 tornanti, ma con la mamma alla guida sembrano molti di più. Parcheggiamo ed è pienissimo di macchine, ci sono molti turisti, cosa assai rara nelle nostre gite del sabato.
Imbocchiamo il sentierino che costeggia la centrale, abitatata da  caprette che tengono in ordine il prato. Seguiamo il fiume quasi in piano, poi si sale un pochino fino a giungere a Drogo, dove ci accoglie un esplosione di giallo! Menomale che ci sono tutte queste ginestre a portare un po' di colore in questa giornata parecchio nuvolosa. Prendiamo il sentiero che sale verso destra e che mi piace molto, perché largo il giusto per poter camminare al fianco di Noce. Passiamo di fronte a una cascatella,  qualche gradone e di nuovo sentiero, che mano a mano si fa sempre più bello.
Oggi mi sento piena di energia, supero tutti e salgo spedita, a tal punto che la mamma e il nonno fanno fatica a reggere il passo. Ad un tratto il sentiero lascia il posto a una bellissima mulattiera in pietra, che si snoda fra grandi massi sparsi. Di fronte a noi si vedono Lendine e un sacco di cime un po' coperte da nubi, di cui la mamma spara il nome a casaccio fingendo di conoscere.
Alla Curt di Lavazz, tutta fucsia di rododendri, pausa: the caldo e un pezzo di cioccolata sono il metodo migliore per ricaricare le pile. Poco più avanti arriviamo alla Alpe Cornera sotto l'occhio vigile di caprette e pecorelle che sono salite per l'estate. Non manca molto, al bivio proseguiamo dritti fino ad arrivare alla casa dei guardiani della grande diga. C'è anche un'enorme pista di atterraggio per gli elicotteri...tutto sommato è un posto bizzarro. La cosa più strana è la scaletta in cemento che ci fa raggiungere la meta: il Truzzo! Chiedo alla mamma perchè si chiami così, cerca di farmi bere una storia su un antico alpeggio di struzzi, ma ormai sono troppo grande per cascarci. Da dove derivi il nome rimarrà dunque un mistero.
C'è parecchia nebbia, ma qualcosina si intravede...tranne la mamma che abbiamo perso nei pressi di una stalletta. Ne approfitto per salire una placchetta senza che nessuno se ne accorga, ma accipicchia il nonno mi scopre e mi prendo una bella strigliata perché in effetti quel che stavo facendo era un po' pericoloso.
Per la discesa passiamo dall'alpe Prosto per quella solita fissa della mamma che un giretto se ad anello è ancora più bello. Peccato che nella parte alta troviamo un canalino di neve da attraversare: ho una gran paura e penso che in questo momento vorrei il teletrasporto. Il nonno mi dà la mano e in alcuni tratti mi prende in braccio, la mamma scivola, mi sembra un incubo e dall'agitazione inizio a urlare che voglio il mio papà. Per fortuna però  dura meno del previsto e si riprende a camminare su terreno asciutto, fatta eccezione per un tratto dove attraversiamo grandi pozzangherone dove crescono i fiori preferiti della mamma : i cotonosi. Superiamo le vallette facendo attenzione e arriviamo alla croce dell'alpe Prosto. Da lì ci tuffiamo giù per il bosco che in pochissimo tempo ci riporta a Drogo. Nell'ultimo tratto ne approfitto per raccogliere dei souvenir da regalare a papà: pignette, bastoncini, sassi che ci divertiremo a colorare insieme.
Al ritorno per fortuna guida il nonno e anche questa volta si torna a casa sani e salvi.

Itinerario: San Bernardo (m. 1099) -  Curt de Lavazz (m. 1751) - alpe Cornera (m. 1920) - Lago del Truzzo  (m. 2080) - Alpe Prosto (m. 1690)

La bella mulattiera in pietra fra i massi

Ginestre come se piovesse

Abitanti dell'alpe Cornera

Posti bizzarri in quota, sulla via di casa dei guardiani della diga

Lago del Truzzo e nebbia sparsa

I cotonosi, fiori preferiti della mamma

Pausetta all'alpe Prosto

Riportando tutto a casa :)



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