Pizzo Spadolazzo e rane domestiche!

Oggi grande giorno: salirò la mia 4° cima! 
Mi sveglio ancor prima della sveglia, mi vesto e faccio colazione in fretta perché non vedo l'ora di partire.Tutto pronto, devo solo infilare gli scarponcini, ma accipicchia...non si trovano più! Ribaltiamo la casa: senza le mie scarpe magiche  con il super grip è un bel problema camminare! Sto quasi per perdere le speranze, dovrò mettermi quelle vecchie  ormai un po' piccoline, ma improvvisamente sbucano da una scatola in un sacco di tela. Come siano finite lì rimarrà per me un mistero, ma non importa: ora si può partire per davvero. 
Appuntamento ore 8.30 a Montespluga con Leone, Filippo e i loro genitori, che sono gran esperti di queste montagne. La nostra prima tappa è il lago dell'Emet, nulla di complicato. Una sterrata un po' sgarrupata per via di una grossa alluvione di qualche anno fa conduce verso la cava. Noi preferiamo le scorciatoie nei prati che in un battibaleno ci conducono all'imbocco del sentierino, che porterà al rifugio Bertacchi. C'è solo un piccolo punto un poco esposto dove va prestata più attenzione del solito, ma fino al lago dell'Emet si arriva senza problemi: è una bella passeggiata alla portata di tutti (una volta ci ho portato persino il mio papà!).
Arrivati al lago riempiamo le borracce e prendiamo un sentiero ben marcato che tra erba e massi ci fa acquistare quota in breve tempo. Di fronte a noi spunta un laghetto a sorpresa molto bello, anzi così bello che varrebbe la pena fermarsi qui. Le mamme ci promettono che potremo tornarci per il pranzo e rimanere un po' a giocare, questo ci dà una grande carica e proseguiamo la salita. Il sentiero si snoda fra prati e rocce più e  meno grandi. Giochiamo a chi scorge per primo laghetti e pozze d'acqua, che spuntano come funghi qui e là lungo il percorso. Poi a un certo punto la montagna impenna e inizia a farsi sentire anche la fatica. Inoltre ho un bel po' di paura perché, nonostante i numerosi segni bianchi e rossi, non mi pare ci sia un sentierino e la mamma va a caso fra le roccette. Il mio vero timore però non è tanto perdermi, oggi non siamo sole e quindi non dovrei correre questo rischio. La mia paura maggiore, visto che fa caldissimo, è quello di incontrare qualche viperella. La mia testa sa che loro hanno paura di noi almeno tanto quanto io ne ho di loro, ma è più forte di me e a un certo punto mi fermo e dico alla mamma che non voglio più proseguire. Lei però, che oggi stranamente è armata di una gran pazienza, mi fa sedere e mi offre un biscottino alla marmellata e un po' d'acqua. Poi, una volta che il singhiozzio e i lacrimoni si sono fermati per magia dello spuntino, mi indica a destra e mi chiede "Guarda Pallina, la vedi?". A pochi passi da noi spunta la croce di vetta. Basta salire ancora un pochino e poi percorre un breve tratto lungo la cresta e siamo arrivati. Nell'ultimo punto, dove do la mano alla mamma per sentirmi più sicura. la vista è fantastica.  Filippo arriva per primo e trova il libro di vetta; prendo una penna e mi sbizzarisco, lasciando tutti i pensierini più belli che mi vengono in mente. La mamma scatta mille foto, si chiacchiera con chi arriva e chi se ne va, il panorama da quassù è meraviglioso. Se si lascia scorrazzare lo sguardo, si può vedere suppergiù tutto il mondo. 
Felicissimi di aver raggiunto la meta, torniamo al laghetto per il meritato pic-nic. Siamo solo noi e tantissime piccole ranocchie: rane domestiche, per la precisione. Costruiamo loro un piccolo asilo acquatico per farle giocare tutte insieme, anche se ogni tanto scappano via perché alcune sono meno domestiche di altre. Noi bambini chiediamo ai nostri genitori se possiamo portarne a casa qualcuna, ma il NO è categorico. Filippo, Leone e il loro papà salutano questo posto magico con un bel tuffo, l'acqua è bella fresca, ma loro sono molto coraggiosi. Io bagno solo le gambe, la mamma freddolosa solo i suoi piedoni. Dopo aver mangiato, giocato e ancora mangiato (gli zaini degli adulti sono infiniti!), dobbiamo riscendere. Arrivati nei pressi del rifugio Bertacchi incontriamo decine e decine di persone, che tutte insieme fanno un gran rumore. Ripenso alla quiete del nostro laghetto e sono felice che  le piccole ranocchie domestiche siano rimaneste lì. 
Giunti a Montespluga, ci fermiamo al rifugio Stuetta per bere una buona gazzosa fresca, corretta birra per gli adulti, accompagnata da muffin e taralli. Ripenso al libro di vetta, alle vipere mai incontrate, alle corse fra i sassi, al laghetto e alle rane: la mia 4° cima è stata super!
Verso la vetta :)

La mia rana domestica preferita

 
Laghetto Magico


la mia 4° cima

Riportando tutti i bei ricordi a casa


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